mercoledì 22 maggio 2013


Mimmo Parisi (2013)
Intervista con risposte a voxPOPuli da parte di Mimmo Parisi
Buona lettura.

MIMMO PARISI IL ROCKANTAUTORE

Di Anna Benigni

Dopo varie esperienze di band, il nostro ospite di oggi si è avventurato ad incidere un album solo. In seguito a questa avventura discografica, ma soprattutto umana, Mimmo si è concesso alla stampa: l'occasione è servita anche per rivisitare con lui un po’ la storia del Rock, e chi meglio di lui avrebbe potuto affrontare con ironia e sarcasmo ed un giustificato distacco un ambiente che sembra non conoscere più i propri limiti?
Mimmo Parisi

Se le ragioni principali che spingono i giovani a diventare musicisti sono – come spesso hanno sostenuto loro stessi – le maggiori possibilità di godere dei piaceri del sesso o della droga (sic!),  dobbiamo anche ammettere che dall’altra parte della barricata — tra i giornalisti, cioè — figurino l'invidia nei confronti di molti artisti o l'opportunità di vedere da vicino, magari "da pari", certi idoli. Con Mimmo Parisi il problema non si pone: se anche avesse inciso con i Bonjovi, questo cantautore ti rende partecipe del fatto che si potrebbe essere famosi senza stare a tirarsela. “The Man" Parisi, giusto per sdrammatizzare e dissacrare una certa mitologia di matrice prettamente rockettara, è solamente “A Man”, un uomo. Come tanti ne girano per le strade del mondo. Tuttavia lui le strade le guarda, le misura, le giudica e ne fa narrazione; ne fa canzoni, racconti musicati dove non distingui più il testo dalla musica, tanto le due parti sono in legame simbiotico. Insomma con Mimmo Parisi, qui e ora almeno, non accade di trovarsi a spendere ore seduti scomodamente in una poltrona dispettosa e con l’acchiappaparole acceso, o a chiacchierare convulsi, con altri giornalisti alle spalle, a premere, a rubar domande, a trascrivere l’incontro come succederebbe con un mito rock. Niente di tutto questo, l’ho già detto, l’impressione che ho di questo artista è che lui cerchi solo un po’ di spazio per palesare il suo punto di vista. Quindi, per mia fortuna, niente orde fameliche in fila ad attendere il proprio turno per ottenere... un autografo!
Mimmo a fine intervista mi ha confessato che si è pure divertito: il suo rapporto con la stampa non sarà quindi banale nel suo futuro di musicista. Forse questa è una delle ragioni per cui mi prenoterò per richiacchierare al prossimo lavoro: mi sono sempre sentita attirata da chi, nonostante quel pizzico di mistero che gli alita intorno (o forse proprio per quello), ha l’aria da cane sciolto. I primi minuti post incontro sono stati quasi all’insegna della rigidità che caratterizza chi non si è mai frequentato in vita sua, ma deve comunque usare la tattica del ‘come se’. Quindi i primi attimi siamo stati a vagare con lo sguardo, praticamente muti. Poi è subentrato l'atteggiamento sereno e divertito,  l'ironia pungente con cui Mimmo Parisi ha dipinto se stesso, la sua musica ed il mondo musicale in genere. È stato fatto qualche riferimento alla politica che poi si è sviluppato verso lidi più di marca sociologica, ma nessuna rivelazione sul significato simbolico della copertina del suo primo album, “Quando Non 6 Totti O Ligabue (ha poi ammesso che più che secondo la simbologia, le sue proiezioni fotografiche di copertina, debbano essere lette come il tentativo di segnalare un se stesso diviso in chitarrista, tastierista, ecc.). In questo cd vengono citati due dei personaggi maggiori del paesaggio sportivo e culturale della penisola italiana. Ciò che ci interessa è che Parisi sia riuscito a produrre l'album che aveva progettato da tempo; Mimmo Parisi pubblica un disco che potrebbe non tanto avvicinarlo al pubblico della radio (cosa auspicabile), quanto far germogliare ancora un terreno riarso ed abbandonato, che nessuno ha più coltivato, Sul suo volto è stampato un sorriso, il sorriso di un uomo fìero di se stesso e che non si è mai dato per vinto, davanti a nessun ostacolo... e le stelle, cadenti o meno, giusto per citare un brano presente sull’album e che si chiama neanche a farlo apposta “Stella Cadente” gli regaleranno comunque un briciolo del loro fulgore, anche mentre cadono.

Perché un titolo come "Quando Non 6 Totti O Ligabue”; Ha forse a che fare con delle esperienze personali e, soprattutto, negativo?
“Sì, ci hai preso — risponde pacatamente Mimmo — durante questi ultimi anni, con la crisi che galoppava imbizarrito e minaccioso verso l’occidente, come uno di quei cavalli tartari che azzerarono l’Impero Romano, ho notato che la gente ha comunque continuato a dar valore a cose ingiuste, retaggio di una cultura che dall’alto è stata imposta nei secoli ai più deboli, ai più malandati e scarsamente abbienti. Beh, questo fatto mi ha sempre disgustato: nessuno uomo, per quanto intelligente o ricco da vomitare, o geniale, è veramente superiore a un suo pari. Hai sentito cosa ho detto: un suo PARI! Devo scomodare Abramo Lincoln? Va bene, lo faccio: cito a memoria, lui ha asserito che gli uomini, tutti gli uomini, nascono uguali. Sono trascorsi molti anni da quando quelle parole furono pronunciate, ma guardiamoci intorno, a te sembra che sia così, che gli uomini si trattino da pari a pari? Ecco spiegato l’arcano (che poi tanto arcano non è) del titolo del mio cd. È veramente uno scandalo che a volte, anche per piccole cose, si debba ricorrere al proprio valore socio-commerciale, come i cavalli, questo corre tanto all’ora e vale una certa cifra, questo invece è un sognatore di biada, o lo macelliamo o lo ammazziamo a tirare l’aratro. Indecente! E questo, con le dovute differenze retoriche, che succede anche agli umani. Poi siamo lì a scrivere tomi sull’uguaglianza e sull’antropologia. Siamo sotto un immenso ombrello fatto di fili, cotone e metallo di sostanza ipocrita. Questa è la verità.
Possiamo dire allora che questo sia un album di protesta, piuttosto che uno  "spazio d’autore"?
"Non del tutto, diciamo che è tutt’è due le cose. Album di protesta! Sai che è da tanto che non incappavo più in questa terminologia? Ma forse sì, possiamo incanalarlo in quel filone storico. In fin dei conti i 60 sono stati gli anni di Bob Dylan e della coscienza che si doveva far qualcosa. Purtroppo, a guardarlo adesso quel mondo, ci si rende conto dei suoi fallimenti: dove sono tutti quei ragazzi che volevano rovesciare il globo come un calzino di lana di pecore sfruttate? Se non sono partiti su un altro pianeta la risposta bisognerà cercarla in un’atra direzione. E mi dispiace pure cercarla, perché la risposta non può essere che una: quei ragazzi sono diventati coloro che a loro tempo odiavano e contestavano!
Ti piacciono ancora gli anni 70/80/90. Ci sono echi che provengono da lì nei tuoi arrangiamenti?
"Sì e No, quegli anni  non hanno moltissimo a che fare con il mio gusto attuale". Quando sento o leggo che un gruppo fa un genere legato agli 80 o a un’altra decade mi da sempre da pensare. Voglio dire che, a meno che uno non faccia cover, quegli anni non torneranno più. Sono solo un periodo storico caratterizzato da un certo gusto, una certa cultura, ma nient’altro. Oggi siamo pieni di cellulari, internet, viaggi galattici, connessioni di ogni tipo: facebook, you tube e altri media che conosci benissimo. A fronte di ciò che può significare dire che fai la musica di quegli anni? Non è vero, è una pia illusione. Mentalmente siamo cambiati tutti. Quindi se non sei storicamente negli ottanta non stai facendo gli 80!” ,afferma sicuro Mimmo.


Parisi ha inventato per questo album, in alcuni brani come “Tempi Duri” dei riff fichissimi. Gli chiedo se è stato mai un “riffaiolo”. La risposta è scontata visto che è un super affezionato di Norum e di Malmsteen. Questo mi da il destro per chiedere come mai oggi non esistono più miti rock come in passato, o meglio esistono, ma gira e rigira son sempre quelli che furoreggiavano nei decenni scorsi.
"La sempre presente fama degli Zeppelin e degli altri gruppi simili, Deep Purple, Whitesnake ecc. è dovuta ad un approccio diverso delle  nuove tendenze, alla musica computerizzata ed al fatto che gli eroi creati dalle case discografiche non abbiano posseduto la stessa forte personalità che avevano i gruppi del passato! Possiamo ricordare ancora band del calibro dei Southern Death Cult (gli attuali Cult) o i Sisters Of Mercy...".
Una domanda tecnica, ti sentiresti di affermare che il musicista pop ha vita più breve di quello Rock?
"No — dice sicuro Parisi — sono le canzoni che contano! Non è il genere né il personaggio che le esegue: le canzoni valide restano valide anche nel tempo".

Una domanda diretta al compositore, questa volta, cosa ne pensi di chi ruba canzoni.? Ogni tanto salta alla ribalta la notizia di un pagamento milionario a qualcuno che si è visto trafugare le proprie sudate note. Tu sei rigido con questo tema?
"Tutti hanno sempre saccheggiato qualcosa da qualcuno! L'intera scuderia della Def Jam, Rick Rubin, i Beastie Boys si compreranno chili di cocaina pura vendendo i riff rubati a Jimmy Page, i ritmi di John Bonham, ma bisognerebbe essere non dico permissivi, ma di grande anima sì. Voglio dire, se tu sei uno dei Beatles e un ragazzino fa una canzone bellissima che magari è ispirata a te, beh… lascia perdere, non morirai mica d’inedia,no?

Qual è la tua canzone preferita del nuovo album e perché? Seconda domanda, ci tieni al successo?
Mimmo Parisi durante un concerto
"Quando Non 6 Totti O Ligabue”, ma solo perché cerco di far notare alle persone che è ora di cambiare registro con i furboni, e lo faccio con la dovuta leggerezza.  Ovviamente non sono Totti o Ligabue i veri bersagli della mia canzone, ho usato i loro cognomi perché sono personaggi ultraconosciuti e suonano bene nel contesto del brano… e perché non volevo essere pesante e serioso più di tanto, se avessi usato i cognomi di qualche politico famoso probabilmente l’eufonia sarebbe stata carente… a meno che non avessi usato Marx che è già un cognome rock!). Inoltre "Quando Non 6 Totti O Ligabue” è il mio tributo ad Alan Freed, the Moondog, l'uomo che l'America 'americana' uccise, l'uomo che fu rovinato dalla città, l'uomo che suonava musica nera di fronte a giovani bianchi e che intimoriva i benpensanti che avevano paura che potesse influenzare i ragazzi ad ascoltare la musica di Satana, il Rock and Roll; l'uomo ucciso dall'alcool. "Quando Non 6 Totti O Ligabue” è una canzone che ho dentro da tanto. Mi riporta indietro alla mia fanciullezza, ai miei nonni che credevano che il mondo fosse perfetto perché lo diceva la cantante di “Finchè La Barca Va” e che, una volta si spaventavano vedendomi tornare a casa dopo una serata in un club con una strana espressione in faccia... Ho scritto questa canzone per tentare di proporre anche altri aspetti della vita di Freed che considero ancora oggi molto attuali, guardando al mondo del music-business... “Finchè La Barca Va” è ancora in circolazione, questa volta è cantata dai ragazzi della De Filippi... E’ difficile rispondere, in riguardo alla seconda domanda, mi chiedi troppo… voglio il successo, sarebbe ridicolo dire il contrario, ma è dura, ovunque c’è qualcuno che vuol dire la sua. Io lo trovo giustissimo… Solo che a volte ti senti in competizione con… non sai nemmeno tu. Ultimamente mi sono ritrovato a riflettere su quello che la musica rock abbia rappresentato per me, non solo come successo da beccare, ma per quello che è. E’ un ambiente ambiguo, da una parte sembra che non ti dia alcuna chance per poter toccare da solo il cielo, la grandezza, il potere che pare esista in quella dimensione: dall'altra mi fa sentire eccitato dallo stimolo di provarci…”.

La tua band di ieri è ancora in auge? Come si chiamava?
“Si, penso che sia attiva. Il nome era stato scippato a Ravel e prima ancora alla cultura iberica: “Bolero”. La nostra separazione è stata indolore e senza recriminazioni – risponde sicuro Mimmo Parisi come se avesse capito che stavo per chiedergli particolari sul suo trascorso di componente di band – continueremo a scambiarci favori, se ce ne sarà bisogno. Inoltre, per quello che mi riguarda, credo sinceramente che questo mio album rappresenti e risponda alle mie aspettative artistiche.”

Parliamo di cultura hard rock: come vedi lo sfruttamento dell’elemento diabolico nella musica rock?
“Mi dispiace dirlo perché loro sono veramente dei grandi vocalist, eccezionali! Tuttavia è disgustoso e non comprendo assolutamente gente come Ronnie James Dio o Ozzy Osbourne.  Inoltre non credo che l'effetto visivo venga aiutato in qualche modo da quel genere di testi... Trovo ridicolo infilarsi cappucci in testa o fare strani gesti con le mani…”

Secondo te c'era animosità tra i gruppi o tra i cantautori (tipo Dylan, Cave ecc.) di una volta?
"No, non eccessivamente; per quello che ho letto ce n'era un po' tra Zeppelin e gli Stones, ma roba da poco...”.

Cosa ascolti in questo periodo?
"Le Vibrazioni, Whitesnake, Litfiba, Michele Luppi, Vision Divine ma anche Sinead O'Connor, Husker Du, Faith No More... Un po’ di tutto. Il rock e il pop in linea di massima, ovvero il genere AOR.”

Hai rimpianti?
"Rimpianti — sospira Mimmo— è una domanda che non amo… ti tornano alla mente cose che non avresti dovuto fare… O che avresti dovuto fare!”.

Ascolti ancora i tuoi vecchi album?
"L'ho fatto recentemente — sorride piacevolmente Mimmo — il mio materiale di un tempo, lo notavo l’altra sera, il più delle volte risulta ancora giusto, soprattutto a livello testuale, forse perché i problemi sono ancora gli stessi, nessuno li ha voluto risolvere!”

Mimmo Parisi sorride ancora una volta. Guarda dritto negli occhi e saluta.  Si alza e si allontana leggero. Appena scomparso dietro la porta, la stanza ripiomba nella normalità quotidiana. Spengo il telefono-che-fa-il-caffè-il-panino-internet-you tube-che registra-che… ecc e vado via. Anche oggi ho conosciuto qualcuno che non avrei, probabilmente, mai incrociato nella vita.

Questo è il link per il canale youtube di Mimmo Parisi: http://www.youtube.com/user/zakkwil

6 commenti:

  1. Dal calcolo e dal compromesso nascono solo amori pesanti.
    Dalle valutazioni dei portafogli,dagli inciuci sentimental-politici-commerciali tra uomo e donna si formano solo coppie pesanti.
    Che sono poi le coppie scoppiate di oggi.
    Gli inseparabili che presto o tardi si separano, dopo le guerre casalinghe,gli afghanistan in famiglia,i "messi insieme" che si sciolgono tra rinfacci,menzogne e corna reciproche!
    Per fortuna e destino che qualcuno scrive canzoni non solo per muovere la testa, ma anche per usarla. Un saluto.

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  2. Ma sta diventando maledettamente difficile innamorarsi, vero?
    Di uno sconosciuto, ovvio;dell'anima straniera; dell'altro che fino a ieri non c'era e oggi c'è.
    Nell'innamorarsi è proprio questo il succo: andare allo sbaraglio,senza indirizzi,coordinate,bussole: ci piace un tale,perchè quando è passato ci è parso una cometa,ed il nostro cielo si è sentito vuoto a metà, si è ritirato,come se al sole venisse a mancare meno la luna,e viceversa. Ma innamorarsi di un album come quello di Mimmo Parisi è ancora possibile, anche perchè lui 'parla' solo quando ne hai bisogno!

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  3. Un uomo che guarda un muro è solo un uomo che guarda un muro; ma se due uomini guardano lo stesso muro e chiedono a Mimmo Parisi che si fa, quello risponderà che bisogna abbatterlo: è il principio di un'evasione. Dal grigio della vita. 'Quando Non 6 Totti o Ligabue' è già un passo avanti verso quel destino e mi piace.

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  4. A commento di "Ma Tutto Cambia" vorrei aggiungere:
    'Ed è di nuovo notte
    Sulle fiocche luci del mio cuore,
    notte che avvolge nel silenzio.
    Il battito del mio cuore.
    Silenzio tetro e terrificante
    che annichilisce ogni speranza,
    tramontata oramai con due semplici parole
    Ti amo!', mi sembra che ci stia bene.

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  5. Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è la rinascita. Quando ci si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta. Che uno dice: è finita. No, non è mai finita per chi cerca. Bisogna rialzarsi sempre, anche quando non si crede più a niente, anche se non vuole. Anche quando, come in questa splendida canzone di Mimmo Parisi, contenuta nel suo album d'esordio "Quando Non 6 Totti O Ligabue" lei se ne va e tutto cambia, anzi Tutto Cambia! Grande emozione e sincerità per tutto lo svolgersi del brano.

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  6. Mi piaceva anche sentire quel leggerissimo e delicato dolore quando ci salutavamo prima di lasciarci. E nell’arco di tempo da quel momento a quando poi l’avrei rivista, coltivavo l’amore per lei osservando e vivendo il mondo. Raccoglievo l’amore per il mondo per poterglielo donare e raccontare. Tutto mi diceva che dovevo vivere. Si chiamava Jenny e l'ho incontrata all'Ikea, ormai tanto tempo fa.

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